Inutile negarlo, nonostante le mille piccole differenze tra lo stile di vita italiano e quello israeliano, rimango pur sempre un italiano all'estero e quindi cerco di non negarmi alcuni "fondamentali" quotidiani dell'italian way of life. Primo tra tutti il caffè dopo pranzo. Le mie abitudini alimentari si stanno piano piano adattando alla cucina locale. Comincio ad apprezzare i cibi della mensa anche se alle volte scelgo delle combinazioni di pietanze che sorprendono chi mi sta servendo; mi guardano con una faccia come per dire: contento tu. Altre volte invece, dopo aver riempito il piatto con varie cose, raggiungendo una quantità soddifacente di cibo, mi viene chiesto: "Tutto qui? Sicuro che non mangi altro?". Da un lato mi sento ferito nel mio orgoglio di mangione senza fondo, dall'altro faccio la figura di chi vuole mantenere un contegno (vista la pancia) e me ne vado al mio tavolo con il vassoio in mano ridacchiando sotto i baffi...
Ma veniamo al caffè. Le paroline magiche sono: Ahad espresso, katzar, b'vakashà. Ormai ordino il mio caffè in ebraico (quasi) con disinvoltura e un po' alla volta le cameriere del Greg Café (a detta di tutti il miglior bar dell'università) hanno capito che quando dico ristretto (katzar = corto) intendo dire mooolto ristretto. Con un meccanismo di prove ed errori sono riuscito ad ottenere un caffè molto simile a quello italiano. Ogni giorno prendo la mia tazzina e mi siedo ad uno dei tavolini esterni del Greg, sotto il porticato dell'università. Tutto questo ha una sua evidente ritualità alla quale mi risulta difficile rinunciare. Sono solo cinque minuti ai quali però non viene attribuito da parte degli israeliani lo stesso valore che hanno per me. Spesso quindi sono da solo. Ma almeno in questo piccolo rito, la solitudine non mi dispiace affatto. Come John Goodman ne Il Grande Lebowski: "Io resto qui, a bere il mio caffè, a gustare il mio caffè...".
3 commenti:
Che bello, sei "tornato"!
"A che belu u cafe´ ...." non so scrivere bene in napoletano ma era il ritornello di una canzone che mi ha sempre messo di buon umore:-)
e devo dire che anche a me questo rituale "dopopranziero" aiuta a sentirmi vicina alle mie radici di italiana anche se non è sempre e proprio "...preciso a mammà"!
Buona pausa-caffè allora!
Si, probabilmente lo e
Posta un commento