09 settembre 2007

Primo giorno di scuola

Come è consuetudine da queste parti, nonostante sia domenica, oggi è iniziata per me la settimana lavorativa. E oggi era anche il mio primo giorno all'Università di Haifa. La mattinata è cominciata con il problema di capire quale fosse l'autobus che porta da casa mia alla cima del monte Carmelo, dove l'università ha la sua sede (il 37, per la cronaca). Ma visto che questo Paese riserva ogni giorno delle sorprese, al posto dell'autobus stamattina ho preso uno sherut che fa lo stesso percorso. Spiego. Lo sherut (in ebraico 'servizio') è un pulmino a 10 posti molto utilizzato in Israele sia per gli spostamenti extraurbani che per quelli urbani. E' un servizio privato, simile al taxi, che affianca gli autobus della compagnia nazionale di trasporti (un paio di Sherut sono visibili nella prima foto). Funziona così: tu sei alla fermata dell'autobus aspettando il bus normale e improvvisamente arriva di corsa strombazzante e sfanalante il pulmino che sul vetro anteriore riporta il numero dell'autobus al quale sta rubando i clienti. Se decidi di finanziare l'imprenditoria al posto dello stato, metti fuori una mano e il pulmino si ferma, sali, dai 5 shekel (circa 85 centesimi) all'autista e si riparte a tutta velocità. La scena si ripete per tutte le successive fermate del bus.
Dopo circa 40 minuti nel traffico più caotico ho raggiunto l'università con un leggero senso di mal di mare causato dalle numerose curve e dalla velocità dello sherut. Ho fatto colazione a cappuccino e brioche e mi sono rimesso a posto lo stomaco. Poi c'è stato il benvenuto all'istituto dove "lavoro", il quale ha un nome lunghissimo ma si abbrevia in CRI (non è la croce rossa!).
Il posto è molto fico: è tutto nuovo (vedi foto) e ben organizzato. Peccato che ovunque ci sia l'aria condizionata al massimo: in ufficio ci sono gli stessi gradi che ci sono nel vostro frigo (purtroppo non c'è campanellino che mi offre la Philadelphia) conto i 30 gradi esterni. Il mio intestino in rivolta ringrazia sentitamente.
Il primo giorno di scuola è volato tranquillamente, nonostante il lavoro che già mi tocca sbrigare. Fa parte del gioco...
Il ritorno a casa ho deciso di farlo servendomi di un autobus regolare (che per la cronaca costa mezzo shekel in più dello sherut!) e l'effetto delle continue frenate, curve, accelerazioni senza motivo, permane tutt'ora... cambiano i mezzi ma gli autisti sono sempre gli stessi criminali...
Per domani mi aspetto la stessa storia, e così per tutti i prossimi mesi. Sulla strada che porta all'università si passa per un quartiere (Carmel) che a prima vista mi piace molto, un po' più borghese di quello nel quale vivo (Hadar, del quale vi parlerò), ma sicuramente con più vita. Oltre ad essere più vicino all'università sembra anche un po' più divertente da vivere. Magari ci faccio un pensierino per il futuro...
Lehitraòt!

a.

5 commenti:

Lorenzo ha detto...

Ma bravo Alberto, continua ad aggiornarci, mi raccomando! Ho una domanda per te: ma dove diavolo lavori? Voglio dire, mi pareva di aver capito che abiti a metà montagna (o colle che dir si voglia) e che il CRI fosse in cima; ne ho quindi dedotto che non fossi poi così lontano, invece scrivi che ci si mette 40 minuti, in pratica abiti ad Atene, o sbaglio? E un'altra domanda: hai già incontrato la pazza locale che ti chiede "è già passato il 37, signore è già passato il 37, eh?"

Alberto ha detto...

Lorenzo, tutte le informazioni che riporti sono corrette. Haifa è situata su più livelli: il più basso è Bat Galim, che si trova al livello del mare; salendo si trova Hadar, che è dove vivo io; poi, più in alto ancora c'è Carmel, che per quanto visto fin'ora è la parte più moderna della città; salendo ancora più su c'è un altro quartiere, piuttosto aristocratico e costellato di locali fichi dove uscire la sera e ristoranti troppo cari per le mie tasche, che non ho ancora capito come si chiama (forse Shambur); infine, sulla cima del monte Carmelo e distante da tutto il resto c'è l'università con tutti i suoi edifici, compreso il CRI. I 40 minuti di viaggio sono dovuti in parte alla reale distanza (suppongo che da casa mia all'università ci siano su per giù quasi una decina di km) e in parte al traffico, tipico delle città mediterranee. Stamattina però ci ho messo meno di mezz'ora, quindi molto dipende dall'ora in cui si viaggia, dal giorno della settimana, etc...
Per quanto riguarda la pazza del 5 (o del 37) non ho ancora avuto modo di incontrarla, forse perché sono io il pazzo in questione. Ogni volta che salgo su un mezzo pubblico chiedo se vada all'università: il numero del bus è ben visibile all'esterno ma non si sa mai....

Anonimo ha detto...

Cazzolina, abiti sull'Everest, altro che collina!

Oscar ha detto...

"è già esploso il 37, signore è già esploso il 37, eh?"





...scusate...

Alberto ha detto...

grazie oscar, mi sei d'aiuto...