15 settembre 2007

Venerdì italiano

Stamattina sono uscito di casa con i migliori propositi. Volevo fare un giretto rapido all'Istituto Italiano di Cultura, giusto per farmi conoscere e per prendere contatti con gli italiani residenti, per poi tornare a casa e dedicare il pomeriggio allo studio. La mia visita all'istituto si è però prolungata per quasi tutta la mattinata; ho conosciuto Edoardo (il responsabile), Antonella e Gianmaria, i quali mi hanno dato delle preziose dritte sulla vita ad Haifa e mi hanno invitato a partecipare alle loro attività, facendomi sentire un po' più a casa. Unscito dall'istituto, sempre in compagnia dei miei migliori propositi, mi sono diretto verso un McDonalds (ebbene sì... ma mi giustifico dicendo che oggi era quasi tutto chiuso) per un pasto rapido prima di tornare a casa. Ma chi mi trovo in coda davanti a me? Chi? Chi se non Filippo e Rosanna, italians abroad come me, in visita alla città per un solo giorno? Filippo lavora per una società italiana che nel sud di Israele construisce metanodotti. Rosanna, la sua ragazza, è qui in visita per qualche settimana.
Mi presento, pranziamo insieme, e subito nasce quella simpatia tipica degli italiani all'estero. Decido di offrire loro la mia scarsa (ma efficace) conoscienza della città in cambio di una giornata da turista con loro. E loro accettano. Insieme abbiamo visitato la colonia tedesca, un quartiere in simpatico stile crucco nella parte bassa della città, ora sede di ottimi ristoranti di vario genere. Poi ci siamo diretti verso Carmel e, dopo un tentativo fallito di visitare il tempio Bahai, vero e quasi unico simbolo architettonico della città, ci siamo diretti verso il convento carmelitano di Stella Maris, dove c'è la grotta di Elia. Si dice che in questa spelonca, che ora si trova all'interno di una chiesetta cristiana, si fosse rifugiato il profeta Elia in fuga da non mi ricordo chi, e che la grotta sia luogo di pellegrinaggio fin dall'antichità, come testimoniano le numerose iscrizioni in varie lingue antiche sulle pareti della grotta. Stella Maris offre inoltre un panorama spettacolare sulla città. Dopo questa visita culturale ci siamo separati e ci siamo dati appuntamento la sera per cenare insieme. Abbiamo cenato in un ristorante che cucina principalmente crostacei e frutti di mare (non molto kosher, vero Rabbi?) in sderot Ben Gurion, nel centro della colonia tedesca. Mangiato e bevuto molto bene e speso relativamente poco (meno di 20 euro). Abbiamo concluso la serata con un caffè insieme a Carmel, nei pressi del loro albergo. Poi ci siamo salutati con la promessa di tenerci in contatto e io mi sono avviato verso il Bear Pub per una pinta di Guinness in solitaria prima di tornare a casa e scrivere questo post lungo ai limiti della decenza.
Forse ho rubato una giornata allo studio, ma sicuramente ho scoperto lati nuovi della mia città adottiva. E vi confesso che Haifa, vista con gli occhi di un italiano curioso, non è davvero niente male.
Laila tov a tutti voi.

a.

5 commenti:

Oscar ha detto...

Tempo fa un ministro israeliano ha rischiato la poltrona per una cena a base d'aragosta...occhio!
"simpatia tipica degli italiani all'estero": bho, forse sono Atipico io; ma all'estero di solito i miei connazionali cerco di evitarli come la peste...ma d'altro canto io in Germania non vado al ristorante giapponese gestito da turchi con dei francesi parlando spagnolo :-)
When in Rome do as the Romans do

Alberto ha detto...

Caro Rabbi, Haifa è talmente un ingarbugliamento di culture e tradizioni che davvero non corro il rischio di essere radiato da tutte le università dello stato ebraico solamente per aver mangiato quattro calamari! Anzi, ti dirò, ho mangiato talmente bene che quasi quasi questa settimana ci torno...
Condivido la tua avversione per i connazionali all'estero ma sotto alcune condizioni: 1) quando gli italiani sono in gruppo (di solito si sentono da lontano); 2) Quando uno non si sente solo come un cane in una città nuova, nello specifico nel giorno in cui la città è deserta per l'accavallamento di: capodanno ebraico, inizio del ramadan e "festa della croce" (una strana festività cristiana che appartentemente esiste solo qui).
Per quanto riguarda i due italiani incontrati al McDonalds, sono davvero simpatici e ce ne vorrebbero di italiani all'estero così...

Oscar ha detto...

Ok; partendo dal fondo: non ce l'avevo con i "tuoi" italiani; era un discorso generale...
Pare siafesta anche qui (anche se immagino non molto festeggiata)
"radiato da tutte le scuole del regno"; camagna dixit

Shalom

Alberto ha detto...

Oscar, mi scuso se ti sono sembrato un po' brusco. Rileggendo il mio commento anche a me è sembrato un po' aggressivo. Chiedo scusa (dopotutto sta arrivando Yom Kippur, anticipo solo di qualche giorno). Lo sai benissimo che sono dl'accordo sul fatto che molto spesso gli italiani all'estero sono davvero insopportabili. Molti stranieri dicono però la stessa cosa dei loro connazionali (escluderei gli americani). Fa piacere però incontrare persone interessanti con le quali condividere le proprie esperienze. E da personaggio eccessivamente socievole quale sono lo sai benissimo che con questi incontri io ci vado a nozze... o a mangiare sushi in un ristorante canadese nella parte araba di una città nel nord di israele, circondato ovviamente da clienti russi. Shalom!

Oscar ha detto...

Non mi sembravi brusco (oddio; adesso cadiamo in un vortice di scuse:ero brusco io; no, di più io... :-) )
E sono d'accordo col fatto che tutti dicano questo dei propri connazionali. Non è una cosa italiana; è che se vai all'estero l'ultima lingua che vorresti sentire parlare da quelli seduti davanti a te è la tua :-)
Certo: se poi ti possono dare una mano, sono simpatici o TU (impersonale, eh? tu italiano all'estero) non capisci niente di quello che ti dicono gli autoctoni...ben vengano gli italiani in fila al McDonald. :-)